martedì

Gabriella Ciarlantini: "No al minuto di silenzio. Non siamo complici di questa assurda guerra"

Di seguito il testo distribuito ai giornalisti durante il Consiglio Comunale dell'11 ottobre 2010, durante il quale si è osservato un minuto di silenzio per i 4 militari morti in guerra in Afghanistan a cui la consigliera Gabriella Ciarlantini non ha partecipato per i seguenti motivi: 

Non partecipo al minuto di silenzio per la morte dei 4 militari in Afghanistan.

“Gli italiani non erano abituati ad avere morti in guerra da dopo che il fascismo aveva inviato molti dei nostri parenti e amici nelle avventure mostruose della seconda guerra mondiale.
Non avevamo certo bisogno che un regime democratico sconvolgendo gli stessi termini della costituzione italiana mandasse delle persone, dei disgraziati a morire dentro una guerra di cui la enorme maggioranza degli italiani non capisce le ragioni e alla quale è contraria.”
Non ho certo deciso e non voglio rendermi complice di questa guerra a cui io (e molti cittadini maceratesi) sono contraria e contro cui mi batto e sempre mi batterò. Una guerra che viola la nostra Costituzione nei suoi articoli fondamentali, che in 9 anni ha prodotto solo morte e distruzione.

La stanca e vuota ritualità delle commemorazioni istituzionali non allevia il dolore 
dei familiari dei quattro soldati caduti, nè il dolore per le migliaia di afghani (15mila solo per le fonti ufficiali) uccisi dall'inizio della guerra.
Non allevia il dolore nemmeno la vergognosa mistificazione della missione umanitaria dietro cui il governo si copre: quella condotta in Afghanistan è una guerra di occupazione, una guerra
che le forze Nato stanno perdendo, come dichiarato da fonti autorevoli dello stesso esercito statunitense.
Noi che ci battiamo per la fine della guerra e per il ritiro delle truppe in Afghanistan, siamo dalla parte di tutte le vittime, contro tutti i governi e gli eserciti occupanti.
Noi siamo dalla parte di chi, come Emergency, con un mese di spese
militari ha costruito tre centri chirurgici, un centro di maternità,
28 pronto soccorsi e ha curato oltre due milioni e mezzo di afgani.

Non un minuto per lo "spettacolo del cordoglio" (come lo ha definito
uno fra i parenti delle vittime) delle autorità.
Non un minuto di più per l'immediato ritiro dell'esercito italiano e
di tutte le forze di occupazione dall'Afghanistan.


Gabriella Ciarlantini