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MODIFICA DELLO STATUTO COMUNALE: L'acqua è un bene comune pubblico e diritto umano universale

L'acqua è un bene comune e l'accesso a questo elemento così prezioso per la vita, costituisce un "diritto umano universale, indivisibile, inalienabile". E' quanto afferma il Consiglio comunale di Macerata che con una delibera, votata all'unanimità, ha modificato l'articolo 2 dello Statuto, integrandolo con un 2/bis.

In esso il Comune riconosce lo status dell'acqua come bene comune pubblico e condivide il principio per il quale la proprietà delle reti e la gestione del servizio debbano essere mantenute in ambito pubblico. Considera inoltre il servizio idrico integrato, un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica in quanto servizio essenziale ed indispensabile per garantire la pari dignità umana e l'accesso dell'acqua a tutti i cittadini.

Un percorso partito qualche mese fa con una proposta presentata dai consiglieri Gabriella Ciarlantini (Verdi), Pierpaolo Tartabini (Sinistra per Macerata) e Antonio Carlini (Pensare Macerata) che, partendo dalla mancanza di una legge che stabilisca quali siano i beni di interesse generale privi di rilevanza economica e dalla necessità per il Comune, di fare propri alcuni principi basilari in termini di utilizzo dell'acqua, hanno avviato l'iter per la modifica dello statuto. Scaduti i termini di pubblicazione e di pubblicità previsti dalla norma, l'istruttoria è stata approfondita e discussa dalla Prima commissione consiliare ed è poi giunta in aula consiliare dove l'Assise ha concordato un testo di delibera votato poi da tutti i gruppi consiliari.
"Sono molto soddisfatto del risultato raggiunto" sostiene il sindaco Romano Carancini "perché la delibera esprime un concetto fondamentale, quello cioè che l' avere accesso all'acqua è un diritto umano essenziale, inalienabile e strettamente legato al diritto alla vita. Mi fa particolarmente piacere che questo principio sia stato espresso dal Consiglio comunale nella sua unitarietà". (sb)