venerdì

Il Comune sostiene la campagna per la difesa dell'acqua

Anche il Comune di Macerata sostiene la campagna per la difesa dell'acqua come bene pubblico.

Per domani è prevista una manifestazione a Roma promossa dal Comitato Referendario "2 Sì per l'Acqua Bene Comune" e dal Forum dei Movimenti per l'Acqua cui stanno aderendo moltissime realtà rappresentanti dell'ampio arco sociale che si riconosce nella difesa dei beni comuni.

Il comitato che riunisce diverse realtà di cittadini e sociali, si batte contro la logica del mercato, che vuole che ogni aspetto della nostra vita sia sottoposto alle sue regole. Sono stati proposti tre referendum per la ripubblicizzazione dei servizi idrici per i quali sono state raccolte un milione e quattrocentomila firme.
Domani il corteo nella capitale partirà da piazza della Repubblica alle ore 14.00 per concludersi in piazza San Giovanni con il concerto degli artisti per l'acqua.

L'intervento del consigliere Gabriella Ciarlantini al Consiglio Comunale per i 150 anni dell'Unità d'Italia

Colgo l'occasione per ringraziare pubblicamente Sabu Easie Muringampurath, il nostro rappresentante degli immigrati in Consiglio, per il messaggio di auguri inviato a questo Consiglio in occasione della celebrazione dell'Unità d'Italia.

Il messaggio, così come la sua presenza in questo Consiglio, ci da davvero il senso di come è cambiato questo paese e ci spinge a riflettere sul senso della cittadinanza di domani, consapevoli che la società attuale è già da tempo una società meticcia e multiculturale.

Vivere lo stesso territorio non è di per sé condizione sufficiente a costruire nuova cittadinanza, se le nostre specificità poi ci portano a vivere delle realtà separate, in cui le problematicità di questi tempi sono vissute ed affrontate nella solitudine delle singole condizioni.

Soprattutto in questo ultimo periodo, schiacciati come siamo da una crisi che ci ha reso sempre più poveri – abbiamo votato proprio ieri un odg sulle nuove povertà – e con meno diritti, avvertiamo, credo tutti, che il divario tra cittadini garantiti e non garantiti si sta sempre di più assottigliando.
Se qualche anno fa la questione dell'immigrazione era una partita che apparteneva ai soli immigrati, su cui si sono sperimentate e si continuano a sperimentare in Italia restrizioni di libertà e diritti inaccettabili, oggi la negazione dei diritti riguarda oramai tutti noi. Se la riforma dell'Università era affare privato degli studenti, se la precarietà era condizione che non riguardava i lavoratori con un contratto di lavoro a tempo indeterminato, oggi l'attacco alla Costituzione, la fine del contratto collettivo nazionale, i tagli alla cultura, la riforma della scuola, la sanatoria truffa, non sono più vertenze specifiche di una determinata categoria di individui, ma riguardano tutti noi perchè  sono il segno tangibile di una gravissima diminuzione della democrazia in questo paese.
Sono la precarietà diffusa, la mancata redistribuzione delle risorse, le scellerate politiche governative sull'immigrazione così come sull'istruzione pubblica e sull'ambiente, che oggi ci devono unire nel ricostruire la dignità e la democrazia di questo paese.

A partire dalla nostra città, già per vocazione accogliente e solidale, ma che può fare ancora uno sforzo in più sul versante delle politiche di integrazione per poter riscrivere insieme una nuova politica del welfare di cui tutti possano beneficiare.

Il miglioramento della gestione dei servizi sociali all'immigrazione, l'investimento nei servizi di assistenza e accoglienza, l'apertura della nostra città ad altre culture e ad altri linguaggi sono un passo essenziale affinchè i diritti di cittadinanza possano trovare pieno riconoscimento nel nostro territorio, e parlino finalmente di un'Italia unita nel reclamare libertà e democrazia, nel saper valorizzare le differenze invece di reprimerle, nel costruire una società senza privilegi e senza frontiere.

lunedì

L'intervento del consigliere Gabriella Ciarlantini pubblicato nel periodico del Comune di Macerata

Sono oramai maturi i tempi per mettere realmente a valore le esperienze di produzione artistica e culturale presenti in città attraverso un percorso che tenga conto del dato associativo e di tutte quelle soggettività, gruppi o singoli anche non formalmente organizzati, che di fatto ne costituiscono il tessuto culturale e sociale . Le esperienze nate dal basso in città troppe volte sono costrette ad emigrare per poter trovare luoghi di espressione e di valorizzazione delle proprie potenzialità e capacità: gruppi musicali, teatrali, realtà di promozione di nuove forme artistiche sconosciute ai più, anche alle istituzioni che dovrebbero invece per prime promuoverle e finanziarle.

Investire in questo tipo di cultura, che vede il cittadino non come consumatore di eventi ma parte attiva e motore della produzione culturale del nostro territorio, vuol dire anche investire in una città vissuta con partecipazione, solidale ed accogliente. Una città che investe in innovazione culturale è anche una città sicura, che riempie le sue piazze e le sue strade in ogni periodo dell'anno per far sì che il territorio sia continuamente vissuto dalle attività quotidiane dei suoi abitanti, che di certo hanno una efficacia deterrente ben superiore a qualsiasi telecamera o dispositivo di controllo.

Una città sicura è una città che dei suoi giovani vede non solo il disagio, ma anche la potenza delle loro proposte, che è attenta alle loro istanze, che possa ridisegnare un territorio capace di offrire un'alternativa alla noia e alla depressione, al controllo e alla disciplina che portano all'aumento dell'alienazione e della disgregazione sociale, con conseguenze pericolose soprattutto sui più giovani.

Bilancio positivo per la raccolta differenziata nelle frazioni

Bilancio positivo per il nuovo sistema di raccolta differenziata messo a punto recentemente nelle frazioni Piediripa e Sforzacosta dove sono stati eliminati i cassonetti stradali e sostituiti con numerosi carrellini di dimensioni ridotte, colorati in modo differente a seconda della tipologia del rifiuto da conferire, e posizionati in prossimità dell'utenza da servire.

Dopo un periodo di rodaggio, il sistema ora funziona a pieno regime ed ha trovato la buona accoglienza da parte dei cittadini che apprezzano i vantaggi e l'efficienza del "Porta a Porta" coniugato con la comodità e il decoro del metodo della raccolta con contenitori stradali.
 I dati quantitativi relativi ai rifiuti differenziati dimostrano l'assoluto vantaggio del sistema adottato, soprattutto se confrontati con quelli degli anni precedenti: 2008/36,79%, 2009/37,05% e 2010/39,04%. In sostanza, l'aumento percentuale di 2 punti tra il 2009 e il 2010 è stato determinato, in gran parte, dall'entrata in funzione del nuovo sistema di raccolta dei rifiuti, anche se è stato applicato ad un porzione ristretta del territorio comunale e solo per gli ultimi tre-quattro mesi dell'anno.
Ancora più significativi i dati riferiti ai primi mesi del 2011 se confrontati con i corrispettivi dell'anno precedente: gennaio 2010 36,57%- gennaio 2011 43,20%, febbraio 2010 37,41 -   febbraio 2011 46,46%.

Soddisfazione per i risultati ottenuti da parte dell'assessore all'Ambiente: "Si può affermare - dice Enzo Valentini - che l'introduzione del nuovo sistema di raccolta differenziata dei rifiuti nelle due frazioni Piediripa e Sforzacosta ha avuto come effetto generale il miglioramento di 8-9 punti percentuali sulla raccolta differenziata dell'intero Comune. Un dato confortante e al tempo stesso stimolante per continuare il percorso intrapreso dall'Amministrazione comunale".

giovedì

Il voto contrario di Gabriella Ciarlantini all'odg sulla sicurezza: "Una città sicura investe in cultura e partecipazione, non in controllo e repressione"

Gabriella Ciarlantini : la dichiarazione di voto contrario all'ordine del giorno votato in Consiglio Comunale sul tema della sicurezza. http://www.comune.macerata.it/Engine/RAServePG.php/P/141131CMC0300/M/32241CMC0315

L'ordine del giorno che è stato posto oggi alla nostra attenzione credo soffra innanzitutto di un vizio fondamentale: manca di una reale conoscenza della città, delle sue dinamiche e dei suoi veri problemi
.
Dalle proposte pervenute in questo Consiglio emerge uno scenario apocalittico e alquanto irreale, una città che somiglia di più alla Los Angeles dei film d'azione piuttosto che  alla “Macerata Violenta” di Max Giusti.

Macerata garantisce un livello di qualità di sicurezza sociale invidiabile in ragione di un diffuso “capitale sociale” prodotto dal ruolo della famiglia, dell'associazionismo, dal volontariato, dalla tradizione, dalla cultura e dal buon governo delle istituzioni locali.
E questo non lo dico solo io: lo abbiamo scritto, e votato insieme, nelle linee programmatiche. E lo ha detto perfino il questore di Macerata, che in un'intervista quest'estate al Resto del Carlino invitava a preoccuparsi più del sole che tardava ad arrivare che della presunta emergenza criminalità in città.

Al contrario, se di qualcosa la nostra città sta soffrendo, soffre della colpevole mancanza di un'offerta culturale anche per i più giovani, della mancanza di spazi per la cultura, della tendenza alla progressiva chiusura di locali per la musica, circoli e spazi di aggregazione. In pochi anni gli unici locali che garantivano un'alternativa alle poche proposte cittadine sono stati chiusi in nome della quiete pubblica e di una città che troppe volte di notte assomiglia al set di un film di Romero sugli zombies più che ad una città universitaria che dovrebbe garantire anche nelle ore notturne spazi culturali di vivibilità ed incontro.

Certo, c'è la preoccupazione per fenomeni di illegalità, di microcriminalità e  disagio giovanile, ma non è con il controllo e la repressione che vanno affrontati.  Le risposte che siamo chiamati a dare non possono e non devono stimolare una pericolosa e fuorviante ossessione per la sicurezza urbana, in nome di una situazione di emergenza che è solo mediatica. 

Credo invece che questa città si deve difendere da un'idea di sicurezza che ridisegna un territorio basato sulla finta evocazione di un problema sicuritario. Una città sicura è una città vissuta con partecipazione, solidale ed accogliente: una città in cui si promuovono i centri di aggregazione, gli spazi di socialità per giovani ed anziani, in cui si accettano le diversità ed in cui ci sia tolleranza non solo per chi si rinchiude in casa davanti alla tv ma anche per chi vuole vivere realmente le strade di questa città ed un territorio che può e deve essere  continuamente presidiato dalle attività quotidiane dei suoi abitanti, che di certo hanno una efficacia deterrente ben superiore a quasiasi telecamera o vigile di quartiere.

Una città sicura è una città in cui si investe in cultura, che è animata da iniziative culturali,  che riempie le sue piazze e le sue strade in ogni periodo dell'anno, e ad ogni ora del giorno e della notte.

Una città sicura è una città che dei suoi giovani vede non solo il disagio, ma anche la potenza delle loro proposte, che è attenta alle loro istanze, che possa ridisegnare un territorio capace di offrire un alternativa alla noia e alla depressione, al controllo e alla disciplina che portano all'aumento dell'alienazione e della disgregazione sociale, con conseguenze pericolose soprattutto sui più giovani.

Per quanto mi riguarda, l'ordine del giorno è inaccoglibile. Perchè è completamente distante e opposto alle linee programmatiche con cui questa maggioranza è stata eletta e perchè una discussione seria su una questione seria come la sicurezza sociale deve necessariamente essere intrapresa con la partecipazione e con il coinvolgimento di tutta la cittadinanza e non relegata nei tempi della discussione di un ordine del giorno.

mercoledì

Inaugurazione nuova sede Ciclo Stile. Il servizio di Stefania Rossetti (Etv) con l'intervista all'assessore Enzo Valentini

L'inaugurazione di sabato 25 settembre 2010:
http://verdimacerata.blogspot.com/2010/10/lassessore-enzo-valentini-inaugura-la.html

martedì

L'intervento del consigliere Gabriella Ciarlantini al consiglio comunale aperto sullo Sferisterio

Ritengo che in una città come Macerata, che come ho già ribadito altre volte da tempo soffre la mancanza di opportunità e spazi per l'innovazione culturale, sia oggi necessario ripensare l'utilizzo dello Sferisterio fuori dagli schemi della cultura, passatemi il termine, convenzionale. Non è più pensabile limitare le capacità di uno spazio con quelle caratteristiche, un monumento storico, con una eccellente acustica, attrezzato per ospitare grandi quantità di pubblico, alla sola Stagione lirica, seppure importante e fondamentale per Macerata, e a pochi concerti, che di fatto rispecchiano gusti ed esigenze solo di una parte di questa città.

Macerata manca di sensibilità verso quanto di innovativo e di non convenzionale si sta producendo a livello italiano ed europeo in campo artistico, teatrale, musicale. E questa carenza è avvertita come un grosso handicap soprattutto dai nostri cittadini più giovani, che da sempre sono il motore culturale della vita di un territorio e ne rappresentano l'espressione più viva, da incentivare e promuovere, che vorrebbero vedere una Macerata più moderna, proiettata verso la l'Europa, attenta alle dinamiche culturali che parlano anche il linguaggio del 2011 e non solo del secolo passato.

Esempi ce ne sono, l'Arena di Verona ha di recente ospitato eventi importanti di respiro internazionale, ricordiamo i concerti dei  Radiohead e di Bjork, altre location di alto valore storico in Italia e all'estero vengono utilizzate per organizzare importanti festival ed eventi di musica elettronica o contemporanea, eventi importanti che possono ridare linfa alle attività turistiche e culturali di Macerata, attrarre nuove tipologie di turisti, riavvicinare lo Sferisterio ad una larga parte di cittadinanza.

Aprire lo Sferisterio anche ad un'utenza più giovane, dove il termine giovane non indica semplicemente l'età anagrafica ma anche la capacità di saper recepire e proporre nuovi stimoli e proposte, vuol dire saper investire nel futuro di questa città, vuol dire completare l'offerta della Stagione lirica ma anche ridare slancio e vigore ad un capoluogo di provincia che può e deve saper far fronte alle sfide della contemporaneità, del mondo globale e multiculturale, ma anche sapersi svecchiare un po', e ritrovare energie e slancio sapendo ascoltare ed incentivando la partecipazione delle sue componenti più attive e vitali.