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L'intervento del consigliere Gabriella Ciarlantini al Consiglio Comunale per i 150 anni dell'Unità d'Italia

Colgo l'occasione per ringraziare pubblicamente Sabu Easie Muringampurath, il nostro rappresentante degli immigrati in Consiglio, per il messaggio di auguri inviato a questo Consiglio in occasione della celebrazione dell'Unità d'Italia.

Il messaggio, così come la sua presenza in questo Consiglio, ci da davvero il senso di come è cambiato questo paese e ci spinge a riflettere sul senso della cittadinanza di domani, consapevoli che la società attuale è già da tempo una società meticcia e multiculturale.

Vivere lo stesso territorio non è di per sé condizione sufficiente a costruire nuova cittadinanza, se le nostre specificità poi ci portano a vivere delle realtà separate, in cui le problematicità di questi tempi sono vissute ed affrontate nella solitudine delle singole condizioni.

Soprattutto in questo ultimo periodo, schiacciati come siamo da una crisi che ci ha reso sempre più poveri – abbiamo votato proprio ieri un odg sulle nuove povertà – e con meno diritti, avvertiamo, credo tutti, che il divario tra cittadini garantiti e non garantiti si sta sempre di più assottigliando.
Se qualche anno fa la questione dell'immigrazione era una partita che apparteneva ai soli immigrati, su cui si sono sperimentate e si continuano a sperimentare in Italia restrizioni di libertà e diritti inaccettabili, oggi la negazione dei diritti riguarda oramai tutti noi. Se la riforma dell'Università era affare privato degli studenti, se la precarietà era condizione che non riguardava i lavoratori con un contratto di lavoro a tempo indeterminato, oggi l'attacco alla Costituzione, la fine del contratto collettivo nazionale, i tagli alla cultura, la riforma della scuola, la sanatoria truffa, non sono più vertenze specifiche di una determinata categoria di individui, ma riguardano tutti noi perchè  sono il segno tangibile di una gravissima diminuzione della democrazia in questo paese.
Sono la precarietà diffusa, la mancata redistribuzione delle risorse, le scellerate politiche governative sull'immigrazione così come sull'istruzione pubblica e sull'ambiente, che oggi ci devono unire nel ricostruire la dignità e la democrazia di questo paese.

A partire dalla nostra città, già per vocazione accogliente e solidale, ma che può fare ancora uno sforzo in più sul versante delle politiche di integrazione per poter riscrivere insieme una nuova politica del welfare di cui tutti possano beneficiare.

Il miglioramento della gestione dei servizi sociali all'immigrazione, l'investimento nei servizi di assistenza e accoglienza, l'apertura della nostra città ad altre culture e ad altri linguaggi sono un passo essenziale affinchè i diritti di cittadinanza possano trovare pieno riconoscimento nel nostro territorio, e parlino finalmente di un'Italia unita nel reclamare libertà e democrazia, nel saper valorizzare le differenze invece di reprimerle, nel costruire una società senza privilegi e senza frontiere.