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Il voto contrario di Gabriella Ciarlantini all'odg sulla sicurezza: "Una città sicura investe in cultura e partecipazione, non in controllo e repressione"

Gabriella Ciarlantini : la dichiarazione di voto contrario all'ordine del giorno votato in Consiglio Comunale sul tema della sicurezza. http://www.comune.macerata.it/Engine/RAServePG.php/P/141131CMC0300/M/32241CMC0315

L'ordine del giorno che è stato posto oggi alla nostra attenzione credo soffra innanzitutto di un vizio fondamentale: manca di una reale conoscenza della città, delle sue dinamiche e dei suoi veri problemi
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Dalle proposte pervenute in questo Consiglio emerge uno scenario apocalittico e alquanto irreale, una città che somiglia di più alla Los Angeles dei film d'azione piuttosto che  alla “Macerata Violenta” di Max Giusti.

Macerata garantisce un livello di qualità di sicurezza sociale invidiabile in ragione di un diffuso “capitale sociale” prodotto dal ruolo della famiglia, dell'associazionismo, dal volontariato, dalla tradizione, dalla cultura e dal buon governo delle istituzioni locali.
E questo non lo dico solo io: lo abbiamo scritto, e votato insieme, nelle linee programmatiche. E lo ha detto perfino il questore di Macerata, che in un'intervista quest'estate al Resto del Carlino invitava a preoccuparsi più del sole che tardava ad arrivare che della presunta emergenza criminalità in città.

Al contrario, se di qualcosa la nostra città sta soffrendo, soffre della colpevole mancanza di un'offerta culturale anche per i più giovani, della mancanza di spazi per la cultura, della tendenza alla progressiva chiusura di locali per la musica, circoli e spazi di aggregazione. In pochi anni gli unici locali che garantivano un'alternativa alle poche proposte cittadine sono stati chiusi in nome della quiete pubblica e di una città che troppe volte di notte assomiglia al set di un film di Romero sugli zombies più che ad una città universitaria che dovrebbe garantire anche nelle ore notturne spazi culturali di vivibilità ed incontro.

Certo, c'è la preoccupazione per fenomeni di illegalità, di microcriminalità e  disagio giovanile, ma non è con il controllo e la repressione che vanno affrontati.  Le risposte che siamo chiamati a dare non possono e non devono stimolare una pericolosa e fuorviante ossessione per la sicurezza urbana, in nome di una situazione di emergenza che è solo mediatica. 

Credo invece che questa città si deve difendere da un'idea di sicurezza che ridisegna un territorio basato sulla finta evocazione di un problema sicuritario. Una città sicura è una città vissuta con partecipazione, solidale ed accogliente: una città in cui si promuovono i centri di aggregazione, gli spazi di socialità per giovani ed anziani, in cui si accettano le diversità ed in cui ci sia tolleranza non solo per chi si rinchiude in casa davanti alla tv ma anche per chi vuole vivere realmente le strade di questa città ed un territorio che può e deve essere  continuamente presidiato dalle attività quotidiane dei suoi abitanti, che di certo hanno una efficacia deterrente ben superiore a quasiasi telecamera o vigile di quartiere.

Una città sicura è una città in cui si investe in cultura, che è animata da iniziative culturali,  che riempie le sue piazze e le sue strade in ogni periodo dell'anno, e ad ogni ora del giorno e della notte.

Una città sicura è una città che dei suoi giovani vede non solo il disagio, ma anche la potenza delle loro proposte, che è attenta alle loro istanze, che possa ridisegnare un territorio capace di offrire un alternativa alla noia e alla depressione, al controllo e alla disciplina che portano all'aumento dell'alienazione e della disgregazione sociale, con conseguenze pericolose soprattutto sui più giovani.

Per quanto mi riguarda, l'ordine del giorno è inaccoglibile. Perchè è completamente distante e opposto alle linee programmatiche con cui questa maggioranza è stata eletta e perchè una discussione seria su una questione seria come la sicurezza sociale deve necessariamente essere intrapresa con la partecipazione e con il coinvolgimento di tutta la cittadinanza e non relegata nei tempi della discussione di un ordine del giorno.